Dopo la mia prima uscita esplorativa alla Cresta del Soldato, ho iniziato a pensare che percorso seguire per raggiungere la punta Gnifetti del monte Rosa senza prenderela la funivia.
E così, dopo aver esplorato diversi sentieri ho deciso di risalire il Vallone delle Pisse per le tracce che portono alla vecchia stazione Indren della funivia. Dalla stazione ci si ritrova sul sentiero che porta alla via classica che risale i ghiacciai del versante nord.
Dopo aver preparato lo zaino con tutto il materiale necessario e messo la sveglia alle 3.00, sono andato a dormire felice pensando a tutte le emozioni che avrei potuto vivere il giorno dopo.
Suona la sveglia, si parte, fuori è buio ma la luna di questa notte mi da il benvenuto e mi dice chiaramente che mi terrà compagnia per un po' di ore.
Alle 3.30 sono al parcheggio del Wold a Pedemonte, sopra Alagna Valsesia. Chiudo l'auto e via nella splendida notte con la mia frontale, che funziona alla perfezione con i suoi tre livelli di illuminazione.
Dopo circa tre quarti d'ora sono al Rifugio Pastore, intravedo per la prima volta i ghiacciai del Monte Rosa illuminati dalla amica luna.
I suoni dei torrenti di notte sono più quieti come tutto del resto, cammino da solo nel buio e le emozioni sono intense, mi sento quasi un esploratore del passato.
Procedo sul lato sinistro del vallone per arrivare al bivio che rapido sale sulla sinistra verso il Rifugio Calderini. L'aria è sempre più fresca, il torrente in questo punto si fa più rumoroso, e lui ora che mi guida con i suoi suoni, sempre più in alto fino a sbucare nel vallone del Bors.
Lasciata l'Alpe Bors a destra mi dirigo a sinistra, da qui il sentiero è sempre più piccolo e di notte è facile perdere le tracce prendendo i sentieri secondari creati dagli animali. Rapido sale verso il fondo del vallone dove sulla destra si sente il rumore sempre più forte della Cascata delle Pisse.
Anche la cascata mi da delle indicazioni sula direzione da seguire e cosi mi ritrovo sopra al salto, punto di entrata del vallone solitario delle Pisse.
Iniziano a esserci i primi chiarori, sono passate le cinque e ci avviciniamo ai 3000 metri. Qui il sentiero non c'è più, qualche ometto con qualche rara traccia che mi indirizzano verso la vecchia stazione Indren.
Giunto alla punta indren, sono già passate le sette, e mentre attraverso i ghiaioni in direzione della stazione della nuova funivia, ecco che arriva la prima. Da qui il viaggio purtroppo non è più solitario, quasi mi viene voglia di ritornare nel vallone appena superato per ritrovare la pace totale.
Mi ritrovo ben presto in mezzo alle persone scese dalla funivia, sono diverse decine, tutti che parlano e si preparano, chi si accorge di aver dimenticato i guanti o chi non riesce a mettersi i ramponi ... anche loro si dirigono verso la Capanna Margherita e come me sono partite da Alagna 2000 metri più in basso ma preferendo la funivia ai vecchi sentieri. Alla capanna mancano 1400 metri, ma sono quelli in quota e si faranno sicuramente sentire.
Rimetto i ramponi e da adesso si cammina sui ghiacciai sempre più maestosi, il percorso non presenta nessuna difficoltà particolare, davanti e dietro code di persone, gruppetti legati, alcuni con le guide, che vedendomi da solo mi guardano contrariati.
Arrivo al colle del Lys, a sinistra il Lyskamm, in lontanza il Cervino e davanti la Punta Parrot e la Punta Gnifetti.
Quando vi capiterà di passare per questo colle, immaginate sette ragazzi che nel 1778, salirono alla roccia della scoperta in prossimità del colle del Lys. Questo evento è particolarmente importante in quanto con lui nacque l'alpinismo.
I sette alpinisti gressonari, si chiamavano: Valentino e Joseph Beck, Sebastian Linty, Joseph Zumstein, Nicolas Vincent, François Castel e Etienne Lisco.
Pensando a questi sette ragazzi, proseguo il mio cammino verso la capanna Margherita. Passo sotto la Parrot, il paesaggio e sempre più maestoso e severo, blocchi di ghiaccio grandi come delle case giacciono sulla distesa nevosa. Cresce il vento mentre risalgo il tratto finale per arrivare alla Capanna Margherita.
Eccomi qui, sulla punta Gnifetti, guardo la Capanna Margherita, più che una capanna e un albergo a più piani, e dal mio punto di vista, in un posto cosi grandioso non dovrebbe esserci nulla che non sia ghiaccio e roccia, ma questa e solo la mia opinione chiaramente.
Mi concedo un sguardo al versante valsesiano, e rivedo tutto il sentiero percorso di notte. Ammiro le due linee della Cresta Signal e la Via degli Italiani alla Parrot sotto di me, e inizio a pensare che nelle prossime settimane vorrei continuare la mia esplorazione percorrendo quelle creste.
E tardi, sono quasi le 14.00, ci ho messo 11 ore per arrivare fino qui, sicuramente non ho corso, gli ultimi 1000 metri li ho patiti, non sono abituato alla quota, ma sono veramente contento. Ora mi attende una lunga discesa ...
... e allora giù verso Alagna Valsesia, 3400 metri più in basso, sicuramente arriverò a casa di notte, per ritornare nel mondo dei sogni nel nostro "nido" a Dughera.