La Badia di Dulzago è una piccola frazione del comune di Bellinzago Novarese, in Provincia di Novara. Collocata sui primi pendii delle colline moreniche della vallata del Terdoppio, è circondata da rogge e fontanili, caratteristica forse da cui anticamente nacque la denominazione "dulcis acquae".
Dell'antico borgo di Dulzago che sorgeva nei pressi dell'attuale Badia, citato già nell'892, successivamente nel 1013 e nel 1132, oggi non resta alcuna traccia. La corte dei Pigionanti La Badia (o Abbazia) fu fondata dai canonici regolari all'inizio del XII secolo come luogo di culto religioso.
Nel corso del medioevo svolse importanti funzioni spirituali nei confronti degli abitanti del territorio. I canonici erano fedeli alla regola di sant'Agostino. Sul finire del medioevo divenne Abate commendatario Leonardo Sforza che la trasformò da comunità religiosa in importante centro agricolo. I monaci ed coloni che vi abitavano in breve tempo svolsero un'opera di bonifica del territorio circostante rendendo i terreni molti produttivi. La Badia era organizzata come un complesso residenziale: vi era la chiesa, officiata da un parroco nominato dagli abati commendatari, la residenza dell'abate e dei canonici, le case dei mezzadri e le loro famiglie ed il cimitero, situato fuori dall'abitato.
A partire dal settecento, con l'introduzione dell'allevamento del bestiame (bovini, suini e pollame), si creo una vera e propria azienda agricola; intorno alla metà del secolo vennero costruiti nuovi edifici per accogliere i salariati, situati sul lato est della grande corte dei Pigionanti.
Tra essi vi erano bifolchi, cavallari, famigli (che si occupavano rispettivamente dei buoi, dei cavalli e della stalla) i campari da badile per la manutenzione delle opere irrigue, il bracciante, il tagliaerba, il falegname ed il fabbro.
La comunità agricola era autosufficiente disponendo anche di un forno per il pane, una scuola, la ghiacciaia interrata, il lattaio e il mulino per la farina. Durante il periodo napoleonico venne soppressa la commenda ed il complesso passò di proprietà alla famiglia francese dei Reyner. Nel 1845 fu ceduta al conte Vitaliano Borromeo Arese.
La famiglia Borromeo da 1879 cominciò a rivenderla in vari lotti ed in seguito venne ulteriormente suddivisa dalla Società Agricola Conturbia.
Il 31 gennaio, festa patronale, è celebrato dalla tradizionale Fagiolata di San Giulio preparata secondo i precisi dettami della tradizione. Viene solennizzata, ormai da molti anni, l'ultima domenica di gennaio. La Badia celebra inoltre una sorta di gemellaggio con l'isola di San Giulio; ogni anno infatti gli abitanti si recano in pellegrinaggio alla basilica del santo per partecipare alla funzioni religiose.
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