Morimondo dista circa 5 chilometri da Abbiategrasso lungo la statale per Pavia e 30 da Milano. Il territorio è posto sulla riva sinistra del Ticino, con orografia dolcemente digradante verso il fiume interrotta sporadicamente da collinette, depressioni e arginature. Il territorio comunale è vasto e prevalentemente destinato ad uso agricolo.
La vegetazione comprende, a partire dalle sponde del fiume, salici, robinie e pioppi, questi ultimi coltivati per la produzione di carta. Si possono osservare diversi boschi con pioppi dal fusto diritto disposti in regolari file parallele.
Storia
Dall'epoca romana giungono testimonianze di insediamenti coloniali nell'area dell'attuale comune. Alcuni toponimi delle frazioni (fara, dal tedesco fahren, gruppo di guerrieri) ricordano la presenza di stanziamenti longobardi.
La storia seguente di Morimondo ruota intorno alle vicende dell'abbazia omonima e dei monaci dell'ordine dei Cistercensi che vi risiedettero. Questa relazione è testimoniata anche dallo stemma comunale, che rappresenta nella parte superiore una mitra, indicativa del potere religioso, il bastone pastorale, poiché l'abate priore aveva dignitàvescovile ed una spada, simbolo del potere civile-giudiziario. Nel XV secolo infatti l'abbazia viene resa commenda. Nella parte inferiore dello stemma è rappresentato un mappamondo sormontato da una croce, altro simbolo di dominio religioso.
La fondazione della prima chiesa risale al 1134, quando i primi monaci vi arrivarono qui dall'abbazia di Morimond, vicino a Digione. Lentamente bonificarono l'area adiacente al Ticino, vi realizzarono canali di irrigazione e la trasformarono in fertile zona agricola con coltivazione a marcite. Nel 1182 iniziò l'edificazione della chiesa attualmente esistente tutta in laterizio, con facciata a capanna e tiburio ottagonale sulla crociera. Nell'interno a tre navate su pilastri con volte a crociera: a destra acquasantiera trecentesca e, alla parete della navata un affresco strappato di Bernardino Luini. L'edificio venne ampliato e decorato con coro ligneo intagliato. Del chiostro, rifatto nel sec. XV-XVI, solo un'ala è originale; accanto è la sala capitolare di forme cistercensi, a due navate.
Secondo altre fonti il nome del luogo deriverebbe dalle parole francesi "moire mont", cioè "monte nella palude", poiché l'abbazia fu costruita su un rilievo in mezzo alle zone paludose.
Nel XIV secolo gran parte dei territori circostanti l'abbazia era di proprietà della chiesa e vi sorgevano numerose cascine ed edifici di servizio. Nel 1786 il comune passò alla provincia di Pavia.
Nel 1798, con l'avvento di Napoleone I il monastero fu soppresso e il patrimonio culturale andò disperso. Oggigiorno grazie al supporto della comunità locale l'attività religiosa e culturale dell'abbazia è rifiorita.
Amministrativamente, il piccolo abitato di Morimondo era da sempre vissuto in simbiosi col vicino paese di Coronate, tanto che fu l'imperatrice Maria Teresa ad istituire un unico comune che raggruppasse i due abitati. Raggiunti i 662 abitanti nel 1771, il Comune di Coronate fu ingrandito dal governo napoleonico, che gli annesse Ticinello e Caselle nel 1809, e Basiano nel 1811. Sebbene gli austriaci avessero sospeso questi provvedimenti al loro ritorno nel 1815, finirono poi per confermare definitivamente quelli relativi a Ticinello e Basiano nel 1841, aggiungendovi anche Fallavecchia.
Per tutto il periodo di vigenza del Regno Lombardo-Veneto, il territorio comunale tornò ad appartenere alla provincia di Pavia. L'avverarsi dell'unità d'Italia riportò Coronate coi suoi 1596 abitanti sotto Milano, mentre fu nel 1870 che fu decisa la nuova incorporazione di Caselle[5], e il 12 marzo 1871 che il comune cambiò nome in Morimondo, riconoscendo nell'omonima abbazia l'elemento di notorietà e lustro del territorio.
Fonte wikipedia