La bellezza del territorio di Golasecca unitamente alla possibilità di balneazione offerta dalla presenza di un lido sulle sponde del Ticino, rendono questo territorio molto appetibile dal punto di vista turistico. Tuttavia, la vera attrattiva locale è il sito archeologico della "civiltà di Golasecca", poco distante dal centro abitato, in località Monsorino, meta di studiosi e appassionati di antichità.
Il nome deriva probabilmente da Uraséa e Uraseica, due termini di origine preceltica, iberica o mediterranea che indicano la presenza di acque fluviali.
Storia
Una prima forma di civiltà in queste terre è testimoniata da reperti di epoca preistorica grazie ai quali si fa risalire Golasecca all'VIII secolo a.C., nonostante alcuni dei ritrovamenti risalgano alla tarda età del bronzo. Alcuni studi hanno analizzato in maniera approfondita l'evoluzione della cultura di questo territorio e le ricerche effettuate sull'insediamento hanno reso possibile riflettere e valutare quale fosse il tipo di vita e di organizzazione sociale di questa gente.
Alla sommità del Monsorino si trovano i monumenti del primo periodo della cultura di Golasecca, tra i più antichi d'Italia.
Nel primo periodo della cultura le capanne venivano distribuite in prevalenza lungo il primo terrazzamento del fiume, sulle sponde opposte ed erano cintate da un basso muro di pietre e pavimentazioni in ciottoli fluviali scheggiati infissi nell'argilla.
Molto evoluta era la tecnica di lavorazione della pietra, dell'osso e del legno: venivano utilizzati i ciottoli di serpentino scelti tra le ghiaie del fiume, la selce e l'ossidiana, inoltre l'uso della ruota è accertato dai carri rinvenuti nelle due Tombe di Guerriero, a Sesto Calende.
Questi insediamenti erano basati soprattutto sulla pastorizia e sull'allevamento delle capre, delle pecore, del maiale, del bovino e del cavallo. Le coltivazioni erano prevalentemente di ortaggi, radici, frutta, noci, legumi, cereali.
Si trattava quindi di un popolo ben organizzato ed evoluto e da alcuni dati archeologici emerge che l'insediamento di Golasecca - Sesto Calende - Castelletto Ticino mantenne inalterate le caratteristiche indigene fino al VII-VI secolo a.C.
La persistenza dei caratteri autoctoni determinò un particolare momento di crisi, insieme ad altri fenomeni sociali, politici, ambientali solo alla soglia del V secolo a.C.che culminò con l'abbandono dei luoghi, l'esaurimento del mondo pastorale e l'interesse verso nuovi insediamenti in pianura.