Il territorio comunale ha forma squadrata e confina ad ovest con Albairate, a sud con Gaggiano, a est con Cusago, a nord-est con Bareggio, a nord con Vittuone ed a nord-ovest con Corbetta. Cisliano dista circa una ventina di chilometri ad ovest dal capoluogo lombardo.
Morfologicamente, il territorio di Cisliano è caratterizzato dall'ambiente pianeggiante tipico della pianura padana, prevalentemente adatto a boschi o coltivazioni. L'altitudine è compresa tra i 124 e i 128 m s.m.l.
Storia
Cisliano fu un antico fondo dell'illustre gens romana Caecilia. Un Cecilio, o un ex-schiavo di Cecilio, lasciò infatti il nome a queste terre. I ritrovamenti archeologici più antichi, ritrovati nel 1903 ad opera del noto scrittore e archeologo Carlo Dossi e consistenti in ventiquattro tombe complete, fanno presupporre l'abitazione del luogo già dall'epoca tardo celtica.
Il paese appare per la prima volta in un documento dell'8 maggio 742: si tratta di un atto di donazione fatta da un certo Teoperto di Briascono alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano di una casa situata nel luogo dove soleva abitare. A firmare l'atto di donazione come testimoni vi è tra l'altro un certo Fortino, nobile, figlio del fu Todone de Ceciliano. In una vendita dell'849 presenzia un testimone che ha nome Autzone e che dichiara di vivere nel vicus Cecilianus. Il paese era detto dunque Ceciliano, aggettivo derivante dal nome romano Cecilius. In un altro documento conservato nell'archivio del Capitolo di S. Ambrogio di Milano, documento del 1038, è nominato anche un tale Andrea de loco Cixliano, mentre in un atto di vendita dell'11 febbraio 1081 si parla di un Vinifredo figlio del fu Rolando de loco Cixliano. Cisliano non fu incluso nel Ducato e nel Comitato della Burgaria, nell'epoca longobarda, ma fu compreso nel pagus di Corbetta, agglomerato urbano assai esteso su cui si adagiò quella pieve, la seconda per estensione nella diocesi di Milano.
Nella seconda metà del XII secolo, il paese rimase coinvolto in una controversia giudiziaria sul diritto di celebrare la messa nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita che sorgeva in loco tra il parroco di Cisliano e il monastero milanese di San Vittore al Corpo, il quale infine riuscì a farsi assegnare i diritti sulla chiesa. Nel 1570 il borgo venne visitato da San Carlo Borromeo che fece una relazione sull'abitato in occasione di una sua visita pastorale. Nel 1619 il borgo venne acquisito come feudo dai fratelli Raffaele e Ambrogio Fagnani, figli del questore Giovanni Battista, i quali offrirono inizialmente la somma irrisoria di 325 scudi, salita dopo qualche giorno già a 540 per fronteggiare le controproposte avanzate dal conte Giovanni Battista Panigarola. L'asta si concluse a favore dei Fagnani che per l'acquisto del feudo di Cisliano sborsarono in totale 560 scudi. La famiglia ne detenne la proprietà per cinquant'anni, quando l'abitato passò al monastero della Certosa di Pavia.
Nel 1870 furono aggregati a Cisliano i comuni di Bestazzo e San Pietro Bestazzo
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