Il territorio del comune di Castelletto delimitato dal Lago Maggiore, dal fiume Ticino e da un anfiteatro morenico, ha conservato ampie zone boschive e rigogliose pianure irrigate da torrenti, rogge e ruscelli e specchia nel suo fiume ville signorili di pregevole stile architettonico.
Data l'antichità dei primi insediamenti, ospita numerosi reperti archeologici dei periodi più diversi, tra cui quelli della Cultura di Golasecca
Fu il più grande centro protourbano dell'Italia nord-occidentale, nato e sviluppatosi proprio a Castelletto e che nel corso del VII-VI secolo a.C. giunse ad occupare l'intero promontorio compreso nell'ansa del Ticino, godendo di una posizione pressoché unica
Durante l'anno si svolgono varie manifestazioni quali degustazioni gastronomiche o eventi musicali. La data più importante è il 17 Gennaio, festa del patrono Sant'Antonio Abate.
Storia
Grazie alla sua posizione geografica fin dall'Età del Bronzo, fu oggetto di attenzione da parte di antiche popolazioni, che la elessero quale residenza e la connotarono con tangibili segni. Nella prima Età del Ferro, tra il IX e il V secolo a.C., si affermò una nuova entità culturale di rilevante importanza nella Protostoria dell'Italia Settentrionale: la Cultura di Golasecca.
Il nome di Castelletto appare per la prima volta nel Medioevo, in un atto notarile del 1145, legato al castello, appartenuto prima alla signoria dei Torriani .
Nel 1332 Giovanni Visconti, divenuto vescovo di Novara, incluse l'ampio territorio nel Ducato di Milano.
In quel periodo il comune di Castelletto domina il traffico mercantile tra i Cantoni transalpini, Milano, Pavia, Venezia, possedendo una flotta di burchielli, imbarcazioni dal fondo piatto e lunghe al massimo 24 metri, ideali per il trasporto delle merci sulle acque impetuose del fiume e condotte da abili navigatori.
Dal XIV secolo in poi Castelletto entra sotto l'influenza Ecclesiastica e ci fu uno sviluppo di tutte le attività connesse, come la costruzione di numerosi edifici religiosi e la fondazione delle Confraternite.
Tra gli edifici ecclesiastici che segnalano il diffondersi della religiosità si ricordano la Chiesa di Santa Maria d'Egro, ricostruita in Età Barocca, la chiesetta di Sant'Anna all'interno ancora decorata da affreschi e l'oratorio di Sant'Ippolito di Glisente con affreschi dei secoli XV e XVI.
Incisiva fu la presenza del vescovo Carlo Bascapè, giunto a Novara nel 1593, sostenitore dei principi emanati dal Concilio di Trento.
Dopo la Pace di Aquisgrana del 1748 il possesso del centro di Castelletto passò ai Savoia.
L'armistizio di Cherasco del 1769, a seguito delle vittorie napoleoniche sulle truppe sabaude, segnò l'occupazione del territorio da parte dei Francesi.
L'apertura della nuova arteria del Sempione, nel 1805 modificò la vita del paese, affidando alla strada le attività commerciali che fino allora si avvalevano quasi esclusivamente della via fluviale ed avevano come riferimento porti di rilevante importanza.
Dopo il Congresso di Vienna (1815) il Comune ritornò possedimento dei Savoia.
Durante il Risorgimento anche Castelletto fu coinvolta e visse particolari momenti di patriottismo nel 1848 e nel 1859 durante il passaggio di Garibaldi.
Collegamenti
A soli 2 km dalla strada statale n. 33 del Sempione, è facilmente raggiungibile anche tramite il casello di Castelletto Ticino, che immette sull’autostrada A8/26 Gallarate-Gattico, distante 6 km dall’abitato. La linea ferroviaria Novara-Laveno Mombello ha uno scalo sul posto.