La giornata è il prototipo del mese di marzo: cielo velato con sprazzi di azzurro e un'arietta frizzantina che mi fa optare per la maglia a maniche lunghe.
Ritrovo nel cortile di Villa Terzaghi. La villa è uno dei migliori esempi della metà del Settecento, cioè del Barocchetto Lombardo. È sempre appartenuta ai nobili Terzaghi fino al 1882 quando venne donata all'orfanotrofio femminile di Milano. Oggi appartiene all'Amministrazione comunale che, dopo averla fatta restaurare, l'ha data in affitto all'azienda che gestisce le acque del magentino. Ma torniamo a noi: ritiro dei cartellini, rituale foto di gruppo e si parte, questa volta tutti insieme. Il percorso si presenta misto e alterna tratti asfaltati e sterrati ma il tutto si svolge in un contesto paesaggistico molto gradevole. Qualcuno potrà pensare che territorio sia sempre il solito e che i paesaggi di casa nostra li conosciamo a memoria, ecc. Io sono convinta che le cose belle non stanchino mai e riescano ad essere sempre suggestive ed appaganti.
Oggi quasi tutti scelgono lo stesso chilometraggio: non essendo previsto il "lungo"si parte in direzione della 13 km.
Dopo un po' mi accorgo che il vento gioca a sfavore e la fatica si fa sentire. Ma ormai siamo già a metà percorso, quindi non resta che stringere i denti, affrontare la ben nota salita e percorrere gli ultimi chilometri che ci separano dal traguardo. Il ristoro finale, ahimè, si presenta piuttosto povero, probabilmente già preso d'assalto dai nostri predecessori. Ad ogni modo è sufficiente per rifocillarsi quanto basta; non resta che tornare alle macchine visto che l'arietta è infida e restare con addosso i vestiti bagnati non è il massimo.
Borsa gastronomica come riconoscimento.
Ciao Robecco ci vediamo l'anno prossimo.
(Raffaela F.)